Fase 7
2006-15 – Fine di un periodo, conclusion
Fase 7: 2006-15 – Fine di un periodo, conclusion
Nel passare degli anni il lavoro evolve ospitando non più principalmente giovani provenienti dalla Germania e dalla Svizzera ma anche seminari universitari e gruppi di adulti di chiese o interessati a terapie varie, musica, e arte. Antoinette arriva al pensionamento. Con quello di Paul in vista la Tavola Valdese conclude che la Chiesa non è in grado di sostenere l'opera e decide per la chiusura dell'opera e la vendita della proprietà. Nei mesi di discussioni che seguono portano al passaggio della responsabilità diretta dell'opera dalla Tavola Valdese alla Commissione Sinodale per la Diaconia, un passaggio approvato dal Sinodo nel agosto 2015 e attualizzato il 1 gennaio 2016.
Over the years there is an evolution from primarily youth and German groups to a more diversified international public including university seminars, as well as church, therapy and music and art groups. Antoinette retires. Paul's retirement is postponed until 2015 and as that date approaches the Tavola Valdese concludes that the operation is not sustainable financially and therefore must be closed. After months of discussion Casa Cares is entrusted to the Commissione Sinodale per la Diaconia, a passage which the annual Synod of the church approves in August, 2015 and is actuallized on 1 January 2016
I Protagonisti
- CARL SCHNETZER - I/D/E
- EMANUELE & LUISA ANGELERI - I
- JOHN REMPEL - E/I
- GIORDANO CELLAI - I
- ROSMARIE BROCKFELD - I/D
- LORENE DUIN - E/I
- TOM PRESTON - E/I
- PAUL KRIEG - E/I
- MICHAEL PETERSON - E/I
- FABIAN VÖGTLE - D/I
- FRIEDERIKE LORENZ - E/I/D
- WILLIAM TRABITZCH - E/I
CARL SCHNETZER
capogruppo '06+
AMIAMO CASA CARES!
... Questa frase affascinante è stata scritta da un adolescente di quindici anni del nostro gruppo di cateschisti. Il ragazzo ha confessato il suo amore e l'amore dei suoi amici con questa breve frase, che aveva scritto in un bel disegno per il libro degli ospiti del magazzino.
Come pastore del gruppo, sono soddisfatto di questo complimento, perché ho potuto osservare ogni giorno quanto fosse felice il nostro gruppo a Casa Cares. - Ma a cosa piacevano esattamente i giovani? Prima di tutto, ovviamente, le amicizie all'interno del proprio gruppo, ma poi anche la vita insieme durante tutta la settimana. L'atmosfera, o meglio lo spirito della casa, è una parte importante della vita condivisa. Voglio dire: i giovani si sono sentiti benvenuti in questa bella casa da tutta la squadra, che vive e lavora in questo posto.
Una volta, quando siamo arrivati subito dopo il lungo viaggio dalla Svizzera, ho portato 3 ragazze nella loro stanza. Si guardarono intorno ed esclamò: "Wow, quanto è bella" Sono stati affascinati dal tramonto, che hanno potuto vedere attraverso la finestra aperta e il colore di quella sera in tardi estate.- Poi guardò la sua stanza con i mobili più di tanto più vecchio dei loro nonni --- e l'hanno adorato!
Gli adolescenti di questa età hanno spesso una spiccata preferenza per gli stati d'animo romantici. Quando guardo le loro foto fatte durante il campo, sono sorpreso quanti tramonti e anche su quanti paesaggi con gli ulivi d'argento nella luce del mattino posso vedere in tutte le foto, che condividono con loro amici e amiche.
Casa Cares è una vecchia casa, pulita ma fortunatamente non troppo pulita come sarebbe in una clinica. Puoi vedere le tracce del tempo. Puoi anche tracciare la storia. È una casa che ha una sua identità, e i nostri giovani sono alla ricerca di identità vere e buone.
L'introduzione alla storia e la vita della casa, ognuno dei quali fa Paul, ci conduce alle stanze misteriose, agli angolo della casa e anche nel labirinto di cantine, tutto questo è un punto culminante! Paul conquista immediatamente l'attenzione del gruppo. Le sue narrazioni in miniatura, che ha illustrato con gli oggetti, per esempio. un vecchio pezzo di legno d'ulivo o barattoli di serpenti animati nella biblioteca della casa, ecc ... tutti questi oggetti di scena e storie fanno sentire i giovani ospiti come se appartenessero alla famiglia di casa e condividessero la storia. Diventa anche la sua casa!
Quando tornerò l'anno dopo con un altro gruppo, a volte mi meraviglio che alcuni dei nuovi gruppi già conoscano le storie di Casa Cares prima ancora che arrivassero sul posto. Cosa significa? --- Hanno ascoltato i loro vecchi amici che hanno raccontato le loro avventure a Casa Cares a scuola o nel villaggio. --- E ora vengono e vogliono vedere di persona cosa sono queste avventure. Un fenomeno meraviglioso: ora c'è una tradizione orale sulla Casa Cares e sulle avventure in questo amato luogo qui a Birmensdorf.
Posso solo dire: Mille grazie a Paul e all'intero team, che lavora in Casa Cares. Grazie per la vostra ospitalità negli anni passati e grazie per i vostri cuori aperti per i giovani. Viva Casa Cares e il suo spirito!
Carl Schnetzer Birmensdorf-CH
CARL SCHNETZER
Gruppenleiter
…Diesen charmanten Satz hatte ein fünfzehnjähriger Teenager unserer Konfirmandengruppe geschrieben. Der Junge bekannte seine Liebe und auch die Liebe seiner Freunde mit diesem kurzen Satz, welchen er in eine wunderschöne Zeichnung hineingeschrieben hatte für das Gästebuch des Lagerhauses.
Als Pfarrer der Gruppe freue ich mich über dieses Kompliment, weil ich jeden Tag beobachten konnte, wie gerne unsere Gruppe sich in der Casa Cares aufhielt. – Aber was genau gefiel den Jugendlichen eigentlich? In erster Linie natürlich die Freundschaften innerhalb der eigenen Gruppe, dann aber auch das gemeinsame Leben während der ganzen Woche. Die Atmosphäre, oder besser der Geist des Hauses ist ein wichtiger Teil des gemeinsamen Lebens. Ich will sagen: Die Jugendlichen fühlten sich willkommen in diesem schönen Haus von dem ganzen Team, welches an diesem Ort lebt und arbeitet.
Einmal, als wir gerade angekommen waren nach der langen Reise aus der Schweiz, brachte ich 3 Mädchen zu ihrem Zimmer. Sie schauten sich um und rief aus: „ Wow, wie schön!“ Sie waren bezaubert vom Sonnenuntergang, welchen sie durch das geöffnete Fenster sehen konnten und von den Farben jenes Abends im Spätsommer.- Dann betrachteten sie ihr Zimmer mit den Möbeln, welche viel älter waren als ihre eigenen Grosseltern --- und sie fanden es toll!
Jugendliche in diesem Alter haben oft eine ausgesprochene Vorliebe für romantische Stimmungen. Wenn ich nach dem Lager ihre Fotos anschaue, bin ich überrascht, wie viele Sonnenuntergänge und auch wie viele Landschaften mit den silberfarbenen Olivenbäumen im Morgenlicht ich sehen kann neben all den Fotos, welche sie von ihren Freunden und Freundinnen schiessen.
Casa Cares ist ein altes Haus, sauber, aber zum Glück nicht zu sauber, wie es in einer Klinik wäre. Man kann die Spuren der Zeit erkennen. Man kann auch die Geschichte nachspüren. Es ist ein Haus, welches eine ganz eigene Identität hat, und unsere jungen Leute suchen wahre und gute Identitäten.
Die Einführung in die Geschichte und ins Leben des Hauses, welche Paul jeweils macht, indem er uns in die geheimnisvollen Zimmer und Winkel des Hauses führt und uns sogar ins Labyrinth der Kellerräume bringt, all das ist ein Highlight! Paul gewinnt die Aufmerksamkeit der Gruppe sofort. Seine miniaturartigen Erzählungen, welche er illustriert mit Gegenständen, z.Bsp. ein altes Stück Olivenholz oder Gläser mit in Sprit eingelegten Schlangen in der Bibliothek des Hauses usw. …all diese Requisiten und Geschichten geben den jugendlichen Gästen das Gefühl zur Familie des Hauses zu gehören und an der Geschichte teilzuhaben. Es wird dadurch auch ihr Haus!
Wenn ich im folgenden Jahr mit einer andern Gruppe wieder anreise, staune ich manchmal, dass einige der neuen Gruppe bereits Geschichten aus der Casa Cares kennen, bevor sie überhaupt am Ort angekommen sind. Was hat das zu bedeuten? --- Sie haben ihren älteren Freunde zugehört, welche von ihren Casa-Cares-Abenteuern berichteten in der Schule oder im Dorf. --- Und nun kommen sie und wollen selber sehen, was es mit diesen Abenteuern auf sich hat. Ein herrliches Phänomen: Es existiert inzwischen eine mündliche Tradition über die Casa Cares und über die Abenteuer an diesem geliebten Ort hier in Birmensdorf.
Ich kann nur sagen: Ganz herzlichen Dank an Paul und an das ganze Team, welches in der Casa Cares arbeitet. Danke für eure Gastfreundschaft während den vergangenen Jahren und danke für eure offenen Herzen für Jugendliche. Lang lebe Casa Cares und sein Geist!
Carl Schnetzer, Birmensdorf-CH
CARL SCHNETZER
Group leader
WE LOVE CASA CARES!
…This charming sentence has been written by a 15-year-old teenager, member of our Konfirmandengroup. This boy confessed his love and the love of his friends by this short sentence written within a wonderful drawing in the guestbook of Casa Cares.
As pastor of the group I enjoy this compliment, because I could observe every day how much our group liked to stay in Casa Cares. – But what exactly do they like? First of all of course the friendship within their own group and then also the common life during all the week. The atmosphere, or better the spirit in the house is an important part of that common life. It means: The young people felt welcomed in that beautiful house by all the team living and working there.
Once, hardly arrived after a long journey, I brought 3 girls to their room. They looked at it and exclaimed: „Wow, how beautiful!“ They have been amazed by the sunset, which they could see through the opened windows and by the colours of that late summer evening. – Then they looked at their room with the furniture, which is much older than their grandparents --- and they liked it.
Young people of this age often have a strong feeling for romantic atmospheres. When I look after the camp at their photos, I am astonished how many sunsets and also how many landscapes with the silvery olive trees in the morning light I can see among the other pictures showing their friends.
Casa Cares is an old house, clean, but fortunately not too orderly like it would be in a hospital. You can see the traces of time, you can feel the history. It is a house full of its own identity, and these young people are looking for true and good identities.
The introduction into the history and into the life of the house made by Paul, guiding through the mysterious rooms and corners, descending into the labyrinthic cellar is a highlight. Paul always gets the attention of the group at once ! His little stories, illustrated by the pieces of olivewood or the conserved snakes in the glasses of the bureau… everything shared with the young guests makes them familiar with that house. It becomes also their house !
So coming a year later with another group I am sometimes astonished, that some of the new group already know different stories of Casa Cares even before they have arrived at the place ! What does it mean ? --- They listened to the tellings of their older friends, who spoke about the Casa Cares adventures in school or in the village. --- And now they come to look at all these adventures themselves. What a nice phenomenon. There exists an oral tradition about Casa Cares and about the adventures in this beloved place even here in Birmensdorf. I can only say so much thanks to Paul and to all the team working in Casa Cares for your welcome during all the passed years, thank you for your friendship and your open hearts for young people!
Long live Casa Cares and its spirit !
Carl Schnetzer, Birmensdorf-CH
EMANUELE & LUISA ANGELERI
Ospiti '10+
Di “Casa Cares” non abbiamo un episodio particolare da ricordare, abbiamo però il ricordo indimenti-cabile della “Casa”, di tutta la casa, e del suo direttore Paul Krieg:
Ricordiamo le cene in un simpatico e amichevole ambiente famigliare con gli altri ospiti e con il sig. Krieg seduto insieme al gruppo. Non eravamo ospiti, ma una piccola compagnia di persone radunate per la cena insieme al capofamiglia.
Ricordiamo la finestra della nostra camera dalla quale si aveva una vista “togli-respiro”sulla splendida campagna toscana, ricordiamo la piacevole e indescrivibile sensazione che si provava ad affacciarsi la mattina appena svegli, riempiendosi i polmoni di aria pura!
Ricordiamo, la prima volta che siamo arrivati, la visita della casa guidata dal sig. Krieg, il suo entusiasmo e l’amore con cui ci ha parlato dell’antico edificio e delle attività svolte per restaurarne i vari locali. Parlava e raccontava con l’affetto del padrone di casa, come se Casa Cares fosse la “sua casa” Ricordiamo con ammirazione che Paul Krieg passava istantaneamente senza nessun imbarazzo, a seconda delle persone cui si rivolgeva, dall’inglese al tedesco e all’italiano!
Ricordiamo l’ambiente internazionale nel senso più fraterno e amichevole. a Casa Cares abbiamo incontrato, inglesi, tedeschi e perfino ospiti che parlavano russo, che si davano da fare su certi lavori di muratura all’edificio mentre erano nella casa
Ricordiamo l’entusiasmo ecologico, i pannelli solari, la genuina festa della raccolta delle olive e l’orgoglio di aver prodotto un olio gustosissimo, che il sig. Krieg degustava mettendolo nel piatto con po’ di sale in cui inzuppava il pane, con l’ antica semplicità dei gesti che si usa in Toscana.
Ricordiamo nel retro dell’edificio la “casetta per gatti” a più piani con tante camerette e tanti musetti di gatto affacciati …
Ricordiamo le belle passeggiate per salire a Vallombrosa a piedi, nell’aria pungente ricca di ossigeno e la gradevole sensazione di sana stanchezza quando la sera si tornava a casa …. a Casa Cares.
Ricordiamo il raro piacere di “essere in vacanza” e “sentirsi a casa”. Non capita spesso. In vacanza si è anonimi fra anonimi, a Casa Cares non si era in vacanza ma ci si era semplicemente trasferiti in un’altra gradevole grande casa.
Casa Cares ha un “neo”. L’orologio sulla torre è “fermo”. Casa Cares non merita un orologio rotto che non segna il tempo! A Casa Cares il tempo scorre piacevolmente e proficuamente! A Casa Cares c’è vita, nella vita il tempo scorre e sarebbe giusto che un orologio lo registrasse! Proponiamo che si faccia un preventivo di spesa – immaginiamo onerosa – per rimetterlo in funzione e poi si bandisca una colletta fra volenterosi che intendono partecipare a questa opera di restauro.
* * * *
Purtroppo non abbiamo potuto andare a Casa Cares così spesso come avremmo voluto. Necessità famigliari ci hanno portato lontano, ma Casa Cares, con la “Gemütlichkeit” che solo in essa si poteva respirare, ci è rimasta e ci rimarrà sempre nel cuore.
Emanuele e Luisa Angeleri, Monaco D, 1 Dicembre '15
JOHN REMPEL
Guest '10+
MEMORIES
I have had the pleasure of staying at Casa Cares three times, each time for three or four weeks. I came for the contemplative atmosphere that I hoped would inspire my reading and writing for a project. I was made to feel completely at home by the directors whether I was sitting at the long table on the villa’s porch or perched on one of the olive or grape terraces. From time to time staff members would come by in the course of their work but never did I feel that I was in their way. When I needed guidance on where to go hiking for an hour or a day Paul was never too busy to describe possible hikes and to make sure I wouldn’t get lost.
During my stays there were always groups of pilgrims or tourists or motorcyclists lodging at Casa Cares. Many warm hearted conversations with guests and staff happened over breakfast and dinner in the dining room. Such meetings of people from different countries and worldviews were at the core of Paul and Antoinette’s vision of hospitality and encounter among travellers seeking something more than simply a bed for the night. In my enthusiasm for this Waldensian retreat house I told many friends about the place and its natural setting. A few of them have stayed here. One of them has brought a group to Casa Cares two years running for daily educational tours with Paul in Tuscany and Florence. Each year its reputation attracts more people!
My first visit to Casa Cares was from mid-September to mid-October. For most of that time I had a room on the third floor overlooking the Arno Valley. The sunrises and sunsets at that time of year were transcendent moments. In the morning the sun shone through the mist; in the evening it spread its golden rays across the mountains.
Casa Cares is a faithful steward of its historic buildings and its spectacular natural setting. May its mission flourish.
John Rempel, USA and Canada, December '15
RICORDI
Ho avuto il piacere di stare a Casa Cares tre volte, ogni volta per tre o quattro settimane. Sono venuto per l'atmosfera contemplativa che speravo potesse ispirare la mia lettura e scrittura per un progetto. I responsabili mi hanno fatto sentire completamente a mio agio se ero seduto al lungo tavolo sotto il portico della villa o appollaiato su una delle terrazze di ulivi o uva. Di tanto in tanto i membri dello staff venivano nel corso del loro lavoro, ma non ho mai sentito di essere sulla loro strada. Quando avevo bisogno di una guida su dove fare un'escursione per un'ora o un giorno, Paul non era mai troppo impegnato per descrivere possibili escursioni e per assicurarsi che non mi sarei perso.
Durante i miei soggiorni c'erano sempre gruppi di pellegrini o turisti o motociclisti che alloggiavano a Casa Cares. Molte conversazioni cordiali con gli ospiti e il personale sono avvenute durante la colazione e la cena nella sala da pranzo. Tali incontri di persone provenienti da diversi paesi e visioni del mondo erano al centro della visione dell'ospitalità e dell'incontro tra Paul e Antoinette tra i viaggiatori che cercavano qualcosa di più di un semplice letto per la notte. Nel mio entusiasmo per questa casa di ritiro valdese, ho raccontato a molti amici il luogo e il suo ambiente naturale. Alcuni di loro hanno soggiornato qui. Uno di questi ha portato un gruppo a Casa Cares per due anni consecutivi per visite didattiche quotidiane con Paul in Toscana e Firenze. Ogni anno la sua reputazione attira più persone!
La mia prima visita a Casa Cares è stata da metà settembre a metà ottobre. Per la maggior parte del tempo ho avuto una stanza al terzo piano con vista sulla valle dell'Arno. Le albe e i tramonti in quel periodo dell'anno erano momenti trascendenti. Al mattino il sole splendeva attraverso la nebbia; la sera diffondeva i suoi raggi dorati attraverso le montagne.
Casa Cares è un fedele amministratore dei suoi edifici storici e della sua spettacolare cornice naturale. Possa la sua missione fiorire.
John Rempel, USA and Canada, December '15
GIORDANO CELLAI
Collaboratore '10-
Cara Casa Cares,
ti scrivo una lettera perchè mi è stato chiesto di farlo, ma ti scrivo anche perché mi va di farlo. Finalmente riesco a prendermi il tempo che avrei voluto per dirti Grazie.
Ti ringrazio, prima di tutto, per avermi dato una casa, e non parlo di quattro mura ed un tetto che se pur importanti sono niente a anzi possono trasformarsi in una prigione se al loro interno non dimorano amore, calore, accoglienza, empatia, umiltà.
Qui a Casa Cares avevo capito subito di trovarmi in un posto speciale, ma solo con il tempo ho capito “quanto” speciale era. L'accoglienza, il senso di appartenenza, sono per il “diverso” merce rara, qualcosa che esiste solo per sentito dire. Trovare Casa Cares significa per il “diverso” prendere una boccata d'ossigeno, rilassarsi, potersi esprimere senza temere il giudizio. Ero diverso. Sono diverso, tutti lo siamo. Casa Cares mi ha fatto capire che questa diversità è il mio tesoro più prezioso e non qualcosa che dovrei nascondere. Quante persone hanno avuto questo da questo luogo, quanti hanno percepito di poter finalmente essere semplicemente se stessi ed hanno espresso qui il loro meglio. Il dono di questo luogo e la magia che lo circonda derivano, a mio avviso, proprio da questo, dal gesto più semplice e quindi più difficile: sedersi di fronte al diverso come suo pari, senza nessuna pietosa carità, ma con umiltà e amore.
A Casa Cares ho trovato fiducia: tutto è alla portata di tutti; tutti, volendo, possono rubare tutto. Non ci sono allarmi (se non quello antincendio), non ci sono stanze chiuse, chi viene a Casa Cares ha accesso a tutto. Ho imparato a mia volta a dare fiducia e, quindi, ho trovato ancora serenità. Il sospetto, la paura, provocano malessere, tensione.
A Casa Cares ho sentito quotidianamente questa fiducia che mi sono sentito di ricambiare mettendo in quello che faccio qui tutto me stesso. Cerco di dare il massimo senza risparmiarmi.
A Cares mi sono appassionato ancora di più al lavoro “con” e “per” la terra e grazie a tante opportunità formative mi sento cresciuto e valorizzato (come se il mio enorem ego ne avesse avuto bisogno!).
Grazie Casa Cares, grazie a chi questo posto l'ha pensato, l'ha costruito e poi nutrito. Grazie a chi è stato capace di plasmarlo nel tempo facendo sì che restasse comunque un faro nella nebbia.
Grazie Paul e Antoinette che ora siete capaci di lasciare, insegnandomi l'ennesima lezione: “In questa esistenza niente ci appartiene. Tutto ci è dato in prestito per averne cura e restituirlo possibilmente migliorato”.
Voi l'avete fatto splendidamente e per questo vi ringrazio infinitamente.
Giordano Cellai, Reggello FI
ROSMARIE BROCKFELD
2013-14 Volontaria raccolta olive 2013, settembre + ottobre 2014
Impressioni dalla prima colazione a Casa Cares
Nella sala da pranzo aspettavano un lungo tavolo, piatti e coppe ben organizzati, zuccherieri con zucchero bianco o marrone, e il pane toscano tradizionalmente senza sale. Gli ospiti della colazione sono un mix colorato che si applica a età, sesso, conoscenza professionale, nazionalità e lingua. Tuttavia, non tutti parlano ancora. Noci sono sgusciate per comibnare con il cereale o il terzo cucchiaio di zucchero viene mescolato nel caffè forte. Quando si parla, gli argomenti sono diversi. Alcuni, ad esempio, Paul, si sta già muovendo, come. Altri, ad es. Beppe, sono ancora infastiditi dalla partita di football della sera prima. I volontari per lo più giovani dicono poco, sono stanchi.
Lentamente la stanza si riempie, arrivano più collaboratori, aiutanti, amici. Sedie aggiuntive vengono tirate sul tavolo, le voci diventano più forti, le caffettiere si svuotano.
Alle 8:30 si fa sul serio, a volte anche 5 minuti prima. Discussione generale quotidiana, cosa deve essere fatto oggi, chi è responsabile di cosa, chi lavora con chi.
Gli ospiti della casa drizzano le orecchie con curiosità, quasi invidiosi al gruppo vivace e poi lasciano la sala da pranzo. Fuori, il sole del mattino attende, la valle dell'Arno è ancora sotto una fitta nebbia.
Un ultimo sorso di caffè, colazione e incontro sono finiti. Un lavoro: il lavoro inizia. Ci incontreremo di nuovo per una pausa alle 10,45. Ci sono i biscotti per il caffè.
Rosemarie Brockfeld, D
ROSMARIE BROCKFELD
2013-14 Freiwilligerin Olivenernte 2013, Sept. + Okt. 2014
FRUESTUCKSIMPRESSIONEN AUS DER CASA CARES
Im Speiseraum wartete ein langer Tisch, Teller und Tassen wohl geordnet, Zuckerstreuer mit weißem oder braunem Zucker, dafür das toskanische Brot traditionell ohne Salz.
Die Frühstücksgäste sind eine bunte Mischung, das gilt für Alter, Geschlecht, berufliche Kenntnisse, Nationalität und Sprache. Allerdings reden noch nicht alle. Versonnen werden Nüsse für das Müsli geknackt oder der 3. Löffel Zucker in den starken Kaffee gerührt.
Wenn gesprochen wird, sind die Themen unterschiedlich. Manche, z. B. Paul, bewegt jetzt schon, was am heutigen Tag so ansteht. Andere, z.B. Beppe, ärgern sich noch über das Fußballspiel am Abend vorher. Die meist jugendlichen Freiwilligen sagen wenig, sie sind müde.
Langsam füllt sich der Raum, weitere Mitarbeiter, Helfer, Freunde treffen ein. Es werden zusätzliche Stühle an den Tisch gezogen, das Stimmengewirr wird heftiger, die Kaffeekannen werden leer.
Um 8.30 Uhr wird es dann ernst, manchmal sogar 5 Minuten früher. Allgemeine Tagesbesprechung, was muss heute getan werden, wer ist für was verantwortlich, wer arbeitet mit wem.
Die Hausgäste spitzen neugierig die Ohren, schauen fast neidisch zu der lebhaften Gruppe und verlassen dann den Speiseraum. Draußen erwartet sie die Morgensonne, das Arnotal liegt noch unter dichtem Nebel.
Ein letzter Schluck Kaffee, Frühstück und Besprechung sind zu Ende. A lavoro – die Arbeit beginnt. Zur 2. Besprechung um 10.45 Uhr sehen wir uns wieder. Dann gibt es Kekse zum Kaffee.
Rosemarie Brockfeld, D
LORENE DUIN
Volunteer '15
I volunteered under the auspices of the Reformed Church in America (RCA) at Casa Cares February-May 2014. I came to serve and care for guests, so I worked diligently to make a contribution, but actually what happened was I was the recipient of much more care than I was ever able to dole out.
Cristina, new to household management, assuaged my travel apprehension and picked me up at the Florence airport and returned me (at 3 a.m.!) after my mission. She was my angel−cute as a button; with the biggest, most generous heart of anyone I have ever met. When my alarm clock battery died, she shopped around and found a replacement. When I needed curtains for my room, she located some fabric and helped me hang them. When it was my birthday, she treated me to dinner at a nice Indian restaurant in Florence. When it was HER birthday (a significant one), she selflessly took me to the hospital emergency ward and waited there with me while the doctors treated painful second-degree burns on my face. When I got tendinitis from mopping floors, she took me to an acupuncturist and I had immediate relief. I always thought myself to be strong and capable. How could I possibly need so much help?! Through it all, she kept a positive attitude and constantly encouraged and inspired all of us who were volunteers. I will always aspire to follow her example and pass that goodness on to others I meet in life.
Antoinette took me to the overlook spot to see all of Florence from that fantastic vantage point. She took me to church to hear a concert put on by a choir from Waverly, Iowa, near my hometown. And she took me to the dermatologist for a follow-up visit to treat my facial burns. She was welcoming, friendly, and wanted me to have a good experience.
Paul arranged for me to join my new friends from the university in Kansas for a bus tour to Pisa and Lucca and to a celebratory dinner as they concluded their weeklong counseling course at Casa Cares. He served as a very knowledgeable host for the tours, infusing historical and personal stories into our learning. He also offered tours of Casa Cares, so we could appreciate the work and contributions and joy so many others have found during their stays.
Iris made wonderful meals and welcomed volunteers to her classes to follow her in Chi Gong movements. Eugenio taught us to make his special Sicilian pizza. Beppe graciously replaced light bulbs in our rooms and trusted us to sand and varnish antique doors. Giordano taught us to give back to the land and be good stewards of it. On the day I left Florence, he gifted me with a beautiful wooden bowl his father had made, so I could always remember the outdoor scent of Tuscany.
The young German volunteers allowed me to live with them in intentional community, to learn a bit of their language, culture, and dreams for the future. I think we all hope to return to Casa Cares some day, knowing that while it must and should undergo transformation, actually the equally important, ongoing transformation takes place in staff, volunteers, and guests. Thank you to all named here, who have cared for me and for one another, in this special place, Casa Cares!
Mi sono offerta volontario sotto gli auspici della Reformed Church in America (RCA) a Casa Cares febbraio-maggio 2014. Sono venuto per servire e prendermi cura degli ospiti, quindi ho lavorato diligentemente per dare un contributo, ma in realtà quello che è successo è che sono stata la destinataria di molta più cura di quanto non sia mai stata in grado di eliminare.
Cristina, nuova direttrice della famiglia, ha placato la mia apprensione da viaggio e mi è venuta a prendere all'aeroporto di Firenze e mi ha rianimata (alle 3 del mattino!) Durante la mia missione era il mio angelo, carina come un bottone; con il cuore più grande e generoso di chiunque abbia mai incontrato.
Quando la batteria della sveglia si è spenta, si è girata e ha trovato una sostituzione. Quando avevo bisogno di tende per la mia stanza, trovò del tessuto e mi aiutò ad appenderle. Quando era il mio compleanno, mi ha offerto una cena in un bel ristorante indiano a Firenze. Quando era il SUO compleanno (significativo), mi portò disinteressatamente al reparto di emergenza dell'ospedale e ci aspettò con me mentre i dottori mi trattavano dolorose ustioni di secondo grado sul viso. Quando ho avuto la tendinite dai pavimenti stracci, mi ha portato da un agopuntore e ho avuto un sollievo immediato. Ho sempre pensato di essere forte e capace. Come potrei aver bisogno di così tanto aiuto ?! In tutto ciò, ha mantenuto un atteggiamento positivo e ha costantemente incoraggiato e ispirato tutti noi che eravamo volontari. Aspirerò sempre a seguire il suo esempio e trasmettere quella bontà agli altri che incontro nella vita.
Antoinette mi portò nel punto panoramico per vedere tutta Firenze da quel fantastico punto panoramico. Mi portò in chiesa per ascoltare un concerto tenuto da un coro di Waverly, Iowa, vicino alla mia città natale. E mi portò dal dermatologo per una visita di controllo per curare le mie ustioni facciali. Era accogliente, amichevole e voleva che facessi una bella esperienza.
Paul mi organizzò per unirmi ai miei nuovi amici dell'università in Kansas per un tour in autobus a Pisa e Lucca e per una cena celebrativa mentre concludevano il loro corso di consulenza settimanale a Casa Cares. Ha servito come un host molto ben informato per i tour, infondendo storie storiche e personali nel nostro apprendimento. Ha anche offerto tour di Casa Cares, così abbiamo potuto apprezzare il lavoro, i contributi e la gioia che molti altri hanno trovato durante i loro soggiorni.
Iris preparò pasti meravigliosi e accolse volontari nelle sue lezioni per seguirla nei movimenti del Chi Gong. Eugenio ci ha insegnato a preparare la sua speciale pizza siciliana. Beppe sostituì gentilmente le lampadine nelle nostre stanze e si affidò a noi per sabbiare e verniciare porte antiche. Giordano ci ha insegnato a curare la terra e ad essere buoni amministratori di essa. Il giorno in cui ho lasciato Firenze, mi ha regalato una bella ciotola di legno che suo padre aveva creato, così da ricordare sempre il profumo all'aperto della Toscana.
I giovani volontari tedeschi mi hanno permesso di vivere con loro in una comunità intenzionale, di imparare un po' della loro lingua, cultura e sogni per il futuro. Penso che tutti speriamo di tornare a Casa Cares un giorno, sapendo che mentre deve subire una trasformazione, in realtà altrettanto importante, la trasformazione in corso ha luogo nello staff, nei volontari e negli ospiti. Grazie a tutti i nomi qui, che si sono presi cura di me e dell'altro, in questo posto speciale, Casa Cares!
Lorene Duin, USA
TOM PRESTON
Group leader 1985+
Casa Cares And The Austrian Connection For Thirty Years
A quotation at the start of a book I read recently fits to the description of our relationship to Casa Cares since 1985. "All good things start with a relationship." This fits because there was already a good friendship existing between workers at Casa Cares and the Lutheran Church in Germany in the Stuttgart area. Youth Camps, Choir Weeks, as well as good challenges concerning ecology, sustainability and the christian community, were already firmly planted- way before the Austrians came on the scene.
Young Life Austria had at that time two accents in their work: One was youth work with teenagers, the other was training weeks for youth leaders from all over Europe. Anna Lena Frey from the German church knew Casa Cares and we ended up doing a week there.
This developed further, when Daniel Trobisch, Gernot Candolini and Tom Preston put on a men's retreat for Austrians with Richard Rohr. We conducted several weeks over the next few years for men and young adults from Austria, accentuating life themes, christian growth and lots of singing.
A few year later I started bringing families from the Lutheran church in Salzburg where I was a pastor. I was sceptical about this because it was a long drive from Salzburg. But many families combined a family camp in Casa Cares with a week of vacation on the coast. These weeks became a hit! Soon the families were begging me to keep it up. And we did just that over ten years.
In the photos you can see my Daughter Stefanie with one of the kids. Stefanie(and her bothers, Daniel and Michi) was not only a great help for years in organizing, but ended up coming to Casa Cares for 9 months after high school. Another photo shows the fog creeping up from the Arno valley. The last one captures the highlight of eating together on the terrace- always followed, of course, with two hours of singing!
A big "Danke Schön" from all of us who have worked at, celebrated and enjoyed Casa Cares over 30 years.and we wish God's blessing a lots of new adventures for Casa Cares and team.
Casa Cares e la connessione austriaca da trent'anni
Una citazione all'inizio di un libro che ho letto di recente si adatta alla descrizione della nostra relazione con Casa Cares dal 1985. "Tutte le cose buone iniziano con una relazione". Ciò si adatta perché esisteva già una buona amicizia tra i lavoratori di Casa Cares e la Chiesa luterana in Germania nella zona di Stoccarda. Campi giovanili, settimane del coro, nonché buone sfide in materia di ecologia, sostenibilità e comunità cristiana, erano già saldamente piantate prima che gli austriaci entrassero in scena.
Young Life Austria aveva a quel tempo due accenti nel suo lavoro: uno era il lavoro giovanile con gli adolescenti, l'altro era settimane di formazione per i giovani leader di tutta Europa. Anna Lena Frey della chiesa tedesca conosceva Casa Cares e alla fine abbiamo fatto una settimana lì.
Ciò si sviluppò ulteriormente, quando Daniel Trobisch, Gernot Candolini e Tom Preston fecero una ritiro per uomini austriaci con Richard Rohr. Abbiamo condotto diverse settimane nei prossimi anni per uomini e giovani austriaci, accentuando temi di vita, crescità cristiana e molto canto.
Qualche anno dopo ho iniziato a portare le famiglie della chiesa luterana di Salisburgo, dove ero pastore. Ero scettico su questo perché era un lungo viaggio in auto da Salisburgo. Ma molte famiglie hanno abbinato un campo familiare a Casa Cares con una settimana di vacanza sulla costa. Queste settimane sono diventate un successo! Presto le famiglie mi hanno implorato di continuare. E lo abbiamo fatto per oltre dieci anni.
Nelle foto puoi vedere mia figlia Stefanie con uno dei bambini. Stefanie (e le sue seccature, Daniel e Michi) non solo sono state di grande aiuto per anni nell'organizzazione, ma hanno finito per venire a Casa Cares per 9 mesi dopo il liceo. Un'altra foto mostra la nebbia che si insinua dalla valle dell'Arno. L'ultimo cattura il momento clou del mangiare insieme sulla terrazza, sempre seguito ovviamente con due ore di canto!
Un grande "Danke Schön" di tutti noi che abbiamo lavorato, festeggiato e apprezzato Casa Cares per oltre 30 anni. Auguriamo alla benedizione di Dio tante nuove avventure per Casa Cares e il suo team.
Tom Preston, Salzburg-A, Duino-I, October 2018
PAUL KRIEG
Churchworker, 1985-2015
My written contribution for the site is divided among the four phases (2, 3, 5, 7) that I personally experienced.
We concluded our work at Casa Cares, almost. Naturally being interested in the center's welfare and that of the guests and living 4km away in Reggello we still have contact. The primary involvement is my continuing accompaniment of groups as I have done for years. This means finding speakers, organizing outings and being a support to the counseling seminars and private groups that request this service. One group connects back to "old" Casa Cares in that Nicola Pietoso, a resident in the children's home for about 10 years, now brings friends and guests from his successful restaurant in Cincinnati USA. That is stimulation, enjoyment and reunion all in one!
Over the 30 years of our collaboration with Casa Cares we saw an evolution from youth to older groups, from German and Italian guests to a growing variety of nationalities, and a development of the staff reflecting how the services have improved and the administration has become more complex.
The identity of a center focussed on caring for the environment has been maintained. A note of gratitude goes to the many volunteers who have cared for the historical buildings and worked on the farm under the guidance of Gioele, Emiliano, Luca, and now Giordano. Farm income in an area where many fields have been abandoned remains an uphill battle as the pressure to make Casa Cares a source of funding for other church social services increases.
As early as 2008 Antoinette and I met with the Tavola Valdese to underline our willingness to step aside, acknowledging that, despite our being associated with Casa Cares history, we have always emphasized to the guests that we work for the church and the decisions have to come from the annual Synod. But at the moment the Tavola noted that I was too young to retire and no doubt they had other things on their mind beside replacing us.
In the spring of 2014 we returned to the Tavola because planning for the management of the facility after our retirement could not longer be ignored. Members of our board accompanied us and we presented what we thought to be a very balanced and realistic overview of the situation. We certainly emphasized the strong points and importance of Casa Cares, but we also gave much frank consideration to the problems and limits. I, for one, thought unlike many others, that to have a true evaluation of the situation one had to consider the sale of the property as an alternative. Like the others, however, I was more than surprised that within weeks the Tavola informed us of their intention to close and sell, very possibly a conclusion that had had priority even before the meeting.
After being stunned and disappointed and after the protests of many supporters, the Tavola accepted awaiting the results of a more thorough study of the situation, a study for which a consultant was hired and which appeared in the spring of 2015. This also did not satisfy the Tavola and their conclusion was the same, close and sell. Strong protests again arose which ended in the Tavola passing the decision to the annual Synod in August with the suggestion that the administration be assumed by the CSD (Commissione Sinodale per la Diaconia). The CSD itself accepted the responsibility with a mandate from the Synod to bring the facility up to today's standards.
This meant tremendous commitment and investment. The season of 2016 was one of understandably difficult transition. The following year was also difficult as Casa Cares remained open to guests but was a construction site. Working primarily with funds received from the Otto per mille tax income, urgent and impressive renovations were made: a new roof on the villa, upgrades in the kitchen and its support areas, overhaul of the electrical and the heating systems, many completely renovated bedrooms, and many other improvements.
Of course like many friends of Casa Cares we are relieved and also excited that Casa Cares can continue its ministries of hospitality and environmental care while the commitment of the CSD to social service is a huge plus factor.
Il mio contributo scritto a questo sito è diviso fra le quattro fasi (2, 3, 5, 7) che ho vissuto in prima persona.
Siamo alla conclusione del nostro lavoro a Casa Cares...quasi. Naturalmente essendo interessati al benessere del centro e a quello degli ospiti, a 4 km di distanza a Reggello abbiamo ancora dei contatti. Il primo coinvolgimento è il mio continuo accompagnamento di gruppi come ho fatto da anni. Ciò significa trovare relatori, organizzare gite e accompagnare i gruppi che richiedono questo servizio. Uno dei importanti venuto più volte collega alla "vecchia" Casa Cares. Nicola Pietoso, residente circa10 anni come ragazzo nell'istituto, ora porta amici e ospiti dal suo ristorante di successo a Cincinnati, USA. Questa è stimolante, piacevole,una riunione tutto in uno.
Nel corso dei 30 anni di collaborazione con Casa Cares c'è stata un'evoluzione dai gruppi di giovani a dei gruppi più anziani, dagli ospiti tedeschi e italiani a una crescente varietà di nazionalità, e uno sviluppo dello staff che riflette come i servizi siano migliorati e l'amministrazione diventata più complessa .
L'identità di un centro focalizzato sulla cura per l'ambiente è stata mantenuta. Una nota di gratitudine va ai numerosi volontari che hanno curato gli edifici storici e lavorato nella fattoria sotto la guida di Gioele, Emiliano, Luca e ora Giordano. Rimane una battaglia in salita perché aumenta la pressione per rendere Casa Cares una fonte di finanziamento per altri servizi sociali della chiesa, e il contributo della terra può essere difficile a quantificare ed è spesso intangibile.
Già nel 2008 Antoinette ed io ci siamo incontrati con la Tavola Valdese per sottolineare la nostra volontà di farsi da parte, riconoscendo che, nonostante noi ci sia associati alla storia di Casa Cares, abbiamo sempre sottolineato agli ospiti lavoriamo per la chiesa e le decisioni devono venire dal Sinodo annuale. Ma allora la Tavola notò che ero troppo giovane per andare in pensione e senza dubbio avevano altre cose in testa piuttosto che il sostituirci.
Nel 2014 siamo tornati alla Tavola perché una decisione per il futuro non poteva più essere rimandata. I membri del nostro comitato ci hanno accompagnato e abbiamo presentato, tramite PowerPoint, ciò che pensavamo fosse una panoramica molto equilibrata e realistica della situazione. Abbiamo certamente sottolineato i punti di forza e l'importanza di Casa Cares, ma abbiamo anche dato molta importanza ai problemi e ai limiti. Io, per esempio, pensavo, diversamente da molti altri, che per avere una vera valutazione della situazione si doveva considerare anche l'ipotesi della vendita della proprietà come un'alternativa. Come gli altri, tuttavia, fui più che sorpreso quando, in poche settimane, la Tavola ci informò della loro intenzione di chiudere e vendere, molto probabilmente una conclusione che aveva già prima della riunione.
Dopo essere stato stordito e deluso e dopo le proteste di molti sostenitori, la Tavola ha accettata di attendere i risultati di uno studio più approfondito della situazione, uno studio per il quale venne assunto un consulente e che apparve nella primavera del 2015. Anche questo non soddisfece la Tavola e la loro conclusione fu la stessa, chiudere e vendere. Di nuovo sorsero forti proteste che terminarono nella Tavola con il passaggio della decisione al Sinodo annuale di agosto con il suggerimento che l'amministrazione fosse assunta dal CSD. La stessa CSD ha accettato la responsabilità con un mandato dal Sinodo di portare la struttura agli standard odierni.
Ciò ha significato un enorme impegno e investimento di risorse. La stagione 2016 è stata di adattamenti comprensibilmente difficile. L'anno seguente fu difficile, dato che Casa Cares è rimasta aperta agli ospiti pur essendo un cantiere. Lavorando principalmente con i fondi ricevuti da Otto per mille, sono stati fatti urgenti e impressionanti lavori di ristrutturazione: un nuovo tetto sulla villa, gli aggiornamenti in cucina e delle aree di supporto, l'intervento sull'impianto elettrico e sul riscaldamento e molti altri miglioramenti.
Ovviamente come molti amici di Casa Cares siamo sollevati e anche entusiasti del fatto che Casa Cares possa continuare i suoi compiti di ospitalità e di cura dell'ambiente, mentre al contempo la sensibilità del CSD al servizio sociale è un enorme plus.
Paul Krieg, Reggello FI, Novembre, 2018
MICHAEL PETERSON
Guest, volunteer, October-December 2010
I'm working on a book and I thought friends might enjoy the portion that has to do with picking olives at Casa Cares. The book will be called The Earth and I: What is Possible? At it's heart it's a journey in ecopsychology and is mostly about my experience on the land here in Oregon--but Italy, Casa Cares, the friendship, and the olives (which I was encouraged to study--I read two very good books on olives from the library that were recommended) are also part of it.
I wrote this in a journal at the time--October-December 2010.
Regarding the olive harvest: We're down to a small group now (mid-December), about 10, and not all of us pick. It does look like we'll break Paul's record for kilos of olives. The economics of this are pitiful. The record has been 4700 kilos (usually they're lucky to make 4000). This year Paul thinks we'll make at least 5000 kilos. This will yield about 750 kilos of oil. Let's say this yields 300 liters [I'm not sure what I was thinking here]. Paul figures Casa Cares will make €3600, or about $4000. So averaging 15 pickers over 6 weeks (at least), that works out to 17 cents an hour so I think olives are not about the money. Or, looked at another way, how much does it cost him to keep all the pickers for 6 plus weeks? I'm sure that runs over $4000. I think it must be about the mission, camaraderie, old friends, contacts from around the world (while picking I counted 19 languages being spoken). I think it works and I'm certainly glad I've had a chance to experience it.
Sto lavorando su un libro e ho pensato che gli amici avrebbero potuto apprezzare la parte relativa alla raccolta delle olive a Casa Cares. Il libro si chiamerà The Earth and I: What is Possible? Nel suo cuore è un viaggio nell'ecopsicologia e riguarda principalmente la mia esperienza sulla terra qui in Oregon - ma l'Italia, Casa Cares, l'amicizia e le olive (che sono stato incoraggiato a studiare - ho letto due ottimi libri che ne fanno parte anche le olive della bibliografia del mio libro).
All'epoca l'ho scritto in un diario - ottobre-dicembre 2010.
Per quanto riguarda la raccolta delle olive: ora siamo in un piccolo gruppo (metà dicembre), circa 10, e non tutti selezioniamo. Sembra che batteremo il record di Paul per i chili di olive. L'economia di questo è pietosa. Il record è stato di 4700 chili (di solito sono fortunati a fare 4000). Quest'anno Paul pensa che faremo almeno 5000 chili. Ciò produrrà circa 750 chili di olio. . Paul pensa che Casa Cares realizzerà € 3600, ovvero circa $ 4000. Quindi una media di 15 raccoglitori nell'arco di 6 settimane (almeno), che equivale a 17 centesimi l'ora quindi penso che le olive non riguardino i soldi. Oppure, guardando in un altro modo, quanto gli costa tenere tutti i raccoglitori per più di 6 settimane? Sono sicuro che costa oltre $ 4000. Penso che debba riguardare la missione, il camradiera, i vecchi amici, i contatti da tutto il mondo (durante la raccolta ho contato 19 lingue parlate). Penso che funzioni e sono sicuramente contento di aver avuto la possibilità di provarlo.
Michael Peterson Oregon USA April 2019
(Editor's note: Michael makes a little miscalculation in liters but his point is clear!)
FABIAN VÖGTLE
Freiwilliger 2007
Olio Extraverginedi oliva! Ob im Salat, über Pasta und Parmesan oder am besten nur mit einer Schreibe Brot. Seit einer Woche genießen wir das frischeste und beste Olivenöl, das man überhaupt haben kann! Nachdrei erfolgreichen.weil sonnigen Wochen Ernte an unseren zahlreichen Olivenbäumen haben wir nun daeigene toskanische Olivenöl auf demTisch!
Die in gut belüftete Kisten mit wenigen BIättern zusammengefüllten Früchte Moraiolo, Frantoiano und Leccino haben wir an drei verschiedenen Tagen, noch während der Ernte, mit unseremTraktor und Autos zur Fattoria I Bonsi gebracht. Der nach der Ernte zweite Produktionsvorgang,die Extraktiondes Öls aus den Olivenoder ebenauch Olivenpresse genannt, führt nicht nur uns,sondern alle Leute aus der Nachbarschaft zum Olivengut. Und so kommt Familie Pellegrini mit dem Kleinwagen, um ein paar Kistenabzuladen,genauso wie Signore Paolo oder andere Bauern. Aus insgesamt 2500 kg geernteten Oliven, entstehen in der dortigen Olivenpresse 450kg Öl für Casa Cares. Die Oliven werden anfangs in einen großen Behälter, der als Waagedient, geschüttet bevor sie automatisch in größere container umgefüllt werden. Zunächst kommen die noch vorhandenen Blätter von den Früchten ab, damit diese im nächsten Schritt mit klarem Wasser gewaschen werden können.Von allen Schmutz-Spuren gereinigt geht es nun in die Presse, in der die faltigen Früchte zerquetscht und zermalmt werden. Nach einer knappen Stunde Verarbeitung an handmechanischer Maschinen fließt das frische Olivenöl als reinstes Gold in unsere Kanister! Von diesen Kanistern in 50-100 Liter-Stahlbehälter umgefüllt,lagertuns erwertvolles Öl nun gut gekühlt im dunklen Keller. Und wartet darauf, demnächs tauch von Freiburgern genossen zu werden.
Buon Natale
FABIAN VÖGTLE Frankfurt 2018 (2007 geschrieben)
FABIAN VÖGTLE
Freivilliger 2007
Olio Extraverginedi oliva! Che si tratti di un'insalata, della pasta e del parmigiano o, al massimo, solo con un pane da scrivere. Per una settimana ci piace l'olio d'oliva più fresco e migliore che tu possa mai avere! Dopo tre successi, perché le settimane di sole spuntano al nostro Numerosi ulivi abbiamo ora l'olio d'oliva toscano sul tavolo!
I frutti Moraiolo, Frantoiano e Leccino, confezionati in scatole ben ventilate con poche foglie, sono stati portati alla Fattoria I Bonsi in tre giorni diversi, durante la raccolta, con il nostro trattore e le nostre macchine. Il secondo processo di produzione dopo la raccolta, l'estrazione dell'olio dalle olive o anche il frantoio, non solo ci guida, ma tutte le persone del vicinato all'oliveto. E così la famiglia Pellegrini arriva con la macchinina per scaricare alcune scatole, così come il signor Paolo o altri contadini.
Da un totale di 2500 kg di olive raccolte, prodotto nel frantoio locale 450 kg di olio per Casa Cares. Le olive vengono inizialmente versate in un grande contenitore, che funge da bilancia, prima di essere trasferite automaticamente in contenitori più grandi. In primo luogo, le foglie rimanenti del frutto si staccano, in modo che possano essere lavate nella fase successiva con acqua pulita. Pulita da tutte le tracce di sporco, ora va nella stampa, in cui i frutti rugosi sono schiacciati e schiacciati. Dopo quasi un'ora di lavorazione su macchine portatili, l'olio d'oliva fresco scorre nei nostri contenitori come l'oro più puro! Trasferito da questi contenitori in contenitori di acciaio da 50-100 litri, il nostro prezioso olio viene ora conservato ben refrigerato nella cantina buia. E in attesa di essere goduto da Freiburgers.
Buon Natale
FABIAN VÖGTLE Frankfurt 2018 (scritto 2007)
FRIEDERIKE LORENZ
Friederike Lorenz, Germany Volonteer August 2010 – August 2011
It simply isn’t possible to sum up my Casa Cares experience in a single memory or event. Throughout my year there and its changing seasons, new volunteers roughly every other month, slightly different tasks, temperature highs and lows, different stages of homesickness – this place’s meaning to me accordingly went through different stages.
I definitely think the underlying fundament for my mostly feeling at home here have been my fellow volunteers, colleagues and partners-in-crime, Zsófia from Hungary and Drew from the United States; but also the other „resident“ co-workers in and around the house and garden. In a place of similar beauty but without these or any warm-hearted and kind people I would’ve never felt at home like this. The strongest and most important memories therefore are those connected to people, to travelling with friends, visiting other volunteers (in other Italian places like Sicily or Torre Pellice in the North) or showing family and friends from Germany around.
Getting to know, understand and eventually appreciate the different guests’ demands, large groups or small families, single travellers or couples, theater groups or choirs, artists, musicians, hikers, scouts, refugees, church camp participants from all over the world (though, mainly, from Italy, Switzerland, Germany or the United States) – was a challenge at first, but also an experience I am very thankful about having been able to make. Starting from assisting Iris, the wonderful cook, at creating a meal for a group that combines at least five different food intolerances, allergies or other special nutrition requirements. Working alongside her, learning about the sense and benefit of having four different types of olive oil in a kitchen, creating a menu that in a not-unimportant way depends on what the giardino has to offer, learning how to not cut myself too often whilst chopping vegetables – yes, that is, though modest, indeed one of the more important facets, one of the personal challenges, of my Casa Cares picture.
But also nature, and the overwhelming beauty of the hills in the sunlight, be it in the morning or the evening; olive trees, cypresses, church bells and cicadas whose sounds meet your ear after having travelled through the Arno valley up to where you stand... I am sure the Tuscan landscape has already been described by more creative and eloquent people, but the main thing is that the pictures are still in my head and my heart and that I find my own words for them.
I hope that Casa Cares will offer similar experiences to a lot of people in the future. It has made me very happy – and I can most definitely say that I would be a different person had I not had the opportunity of being part of this place.
Semplicemente non è possibile riassumere la mia esperienza di Casa Cares in un singolo ricordo o evento. Per tutto il mio anno lì e le sue stagioni mutevoli, nuovi volontari all'incirca ogni mese, compiti leggermente diversi, alti e bassi della temperatura, diversi stadi della nostalgia - il significato di questo luogo per me di conseguenza ha attraversato diverse fasi.
Sicuramente penso che il fondamento di fondo per la mia sensazione di sentirsi a casa qui sia stato il mio compagno di volontariato, i colleghi e i partner in-crime, Zsófia dall'Ungheria e Drew dagli Stati Uniti; ma anche gli altri collaboratori "residenti" dentro e fuori casa e giardino. In un posto di simile bellezza ma senza queste o persone affettuose e gentili non mi sarei mai sentito a casa così. I ricordi più forti e importanti sono quindi quelli legati alle persone, ai viaggi con gli amici, alla visita di altri volontari (in altri luoghi italiani come la Sicilia o Torre Pellice nel Nord) o alla presenza di familiari e amici dalla Germania.
Conoscere, comprendere e infine apprezzare le diverse richieste degli ospiti, gruppi numerosi o piccole famiglie, viaggiatori singoli o coppie, gruppi teatrali o cori, artisti, musicisti, escursionisti, scout, rifugiati, partecipanti al campo della chiesa provenienti da tutto il mondo (sebbene , principalmente, dall'Italia, dalla Svizzera, dalla Germania o dagli Stati Uniti) - è stata una sfida all'inizio, ma anche un'esperienza che sono molto grato di essere stata in grado di fare. Partendo dall'assistere ad Iris, il meraviglioso cuoco, nel creare un pasto per un gruppo che combina almeno cinque diverse intolleranze alimentari, allergie o altri requisiti nutrizionali speciali. Lavorando a fianco di lei, imparando a conoscere il senso e il beneficio di avere quattro tipi diversi di olio d'oliva in una cucina, creando un menù che in un modo non trascurabile dipende da quello che il giardino ha da offrire, imparando a non tagliarlo troppo spesso mentre tagliare le verdure - sì, anche se modeste, anzi una delle sfaccettature più importanti, una delle sfide personali, della mia immagine di Casa Cares.
Ma anche la natura e la travolgente bellezza delle colline alla luce del sole, sia al mattino che alla sera; ulivi, cipressi, campane e cicale i cui suoni si incontrano all'orecchio dopo aver attraversato la valle dell'Arno fino a dove ti trovi ... Sono sicuro che il paesaggio toscano è già stato descritto da persone più creative ed eloquenti, ma la cosa principale è che le immagini sono ancora nella mia testa e nel mio cuore e che trovo le mie parole per loro.
Spero che Casa Cares offrirà esperienze simili a molte persone in futuro. Mi ha reso molto felice - e posso sicuramente dire che sarei una persona diversa se non avessi avuto l'opportunità di far parte di questo posto.
Es ist einfach nicht möglich, die Bedeutung des Ortes Casa Cares für mich in einer einzigen Erinnerung oder einem Ereignis zusammenzufassen. Vielmehr passte sie sich im Laufe meines Jahres hier dem Kommen und Gehen der verschiedenen Freiwilligen, dem Wechsel der Jahreszeiten, den daran angepassten differierenden Aufgaben, den steigenden und fallenden Temperaturen und dem Grad meines Heimwehs an.
Ich bin überzeugt davon, dass die zugrundeliegende Voraussetzung dafür, dass ich diesen Ort meistens als mein Zuhause betrachten konnte, die Anwesenheit der beiden Freiwilligen und Kollegen war, die mich am längsten hier begleitet haben: Zsófia aus Ungarn und Drew aus den Vereinigten Staaten. Aber natürlich auch die Hilfe und Zuwendung durch die Angestellten in und um Haus und Garten – ohne diese oder andere gleichermaßen warmherzige und freundliche Menschen hätte ich mich an einem anderen, ebenfalls schönen Ort niemals so einleben können. Die intensivsten und wichtigsten Erinnerungen sind so für mich an Erlebnisse mit Menschen geknüpft, Reisen mit Freunden, Besuche anderer Freiwilliger (von Torre Pellice ganz im Nordwesten bis Sizilien) oder Zeit mit der Familie und Freunden aus Deutschland.
Eine andere Herausforderung war es, die Ansprüche und Bedürfnisse der unterschiedlichen Gästeklientel kennenzulernen, zu verstehen und schließlich anzuerkennen: große Gruppen, kleine Familien, Alleinreisende oder Paare, Theatergruppen, Chöre, Künstler, Musiker, Wanderer, Pfadfinder, Flüchtlinge oder religiös motivierte Camps aus der ganzen Welt (vor allem aber aus Italien, der Schweiz, Deutschland oder den USA). Angefangen dabei, Iris, der wunderbaren Köchin des Hauses, bei der Erstellung eines Mahls zu helfen, das Gruppen mit bis zu fünf verschiedenen Nahrungsmittelunverträglichkeiten oder –allergien sättigen sollte. Mit ihr zu arbeiten, den Sinn und Gebrauch vier verschiedener Sorten Olivenöls kennenzulernen, ein Menu zusammenzustellen, das sich wesentlich an dem orientiert, was der Garten gerade hergibt, lernen, mich nicht zu oft beim Gemüseschnippeln zu verletzen - das alles gehört in oder trotz seiner Schlichtheit zu den wichtigen Facetten meines Gesamtbildes von Casa Cares.
Aber auch die Natur, die überwältigende Schönheit der Hügel im Sonnenlicht, ob morgends oder abends; Olivenhaine, Zypressen, Grillengezirpe und Kirchenglocken, deren Klang durch das Arnotal an den Punkt wandert, an dem du stehst... sicherlich wurde die Toskana schon von weitaus wortgewandteren und kreativeren Menschen als mir beschrieben – aber das spielt keine Rolle, weil ich weiß, dass ich die Bilder in meinem Kopf und Herzen mit meinen eigenen Worten ausdrücken kann.
Friederike Lorenz, Germany Volonteer August 2010 – August 2011
WILLIAM TRABITZCH
WILLIAM TRABITZCH Volunteer 2012-2014
I finished high school at the age of 16. Since I didn’t know what to do afterwards, I went to a car mechanics school to get an higher diploma and I thought maybe I'd work in this field later.
After two years I finished that too and the only thing I knew was I didn’t want to work as a mechanic. I had no idea what to do, I only knew school: sit around, listen to the teachers, do homework. I felt useless. Thankfully my mother came up with some announce from the Landeskirche Baden who were looking for people for an exchange program abroad. So I applied for that, and eventually ended up in Casa Cares. I was supposed to work there for one year. I didn’t speak Italian nor was my English very good, but I had nothing to lose.
Casa Cares is located four km from the little village of Reggello, in the Tuscan hills, I loved the surrounding the minute I got there.
The atmosphere at Casa Cares was like a big family. We ate together worked together and people cared for each other. The days where structured and we had our meetings together where everybody was told what needed to be done and what events were to come. I short, we got included into the family very well. After some months, the senior volunteers left and I got more and more responsibility. I mainly worked outside with Beppe or Giordano. They were very eager to teach me everything that needed to be done. I learned how and when to plant what, how to cut trees, use the weedwhacker, sharpen the chain of the chainsaw. And so on. I also worked in the house sometimes, doing beds, cleaning toilets or helping Iris in the kitchen. Food was always provided and I didn’t have to organize anything. It was a very easy life. With the time passing, I got into the works, knew what to do and was able to instruct other volunteers. I also realized that there are things in life beyond school. The people there gave me the feeling to be useful and needed. And that I did a good job.
It was during my time there that I started to see the many opportunities life offers and that if you are young and willing to work you can go anywhere and find a nice place to live. Paul always wanted me to take Italian classes to improve my Italian but I somehow ended up not going there. What I improved was my English. Since we where an international group with volunteers from America, Estonia, Hungary, Germany etc. We spoke English most of the time.
And since Casa Cares is a guesthouse, there were always people around to chat over a glass of wine, I didn’t need to go to the city for socializing which was very comfortable. When my program with the Landeskirche Baden ended, and my fellow volunteers returned home to start work or studying, I stayed for another half year and I really enjoyed it. Eventually I left to travel some more and then started an apprenticeship as gardener. During my time there I realized that I really enjoy working outside with my hands.
Now some years later I can say, Casa cares was the best thing that could happen to me in this time of my life. A big part of it probably due to the people which where there during that time. Paul, Antoinette, Elisa, Iris, Beppe, Giordano as well as the volunteers changed the way I saw the world and helped me a lot to see the opportunities that life offers, and that it's a beautiful world we live in , and that everybody can make himself a beautiful life to live. We just have to break the barriers surrounding us from our birth on, and look beyond the horizon.
What was created there in the hills of Tuscany is a great place where so many people in so many ways can profit from, I just hope this place will continue to be there and running, and that the Spirit which I experienced during my time there will not fade away due to whatever reasons.
Thank you Casa Cares!
Ho finito il liceo all'età di 16 anni. Dato che non sapevo cosa fare dopo, sono andato a un auto- scuola di meccanica per ottenere un diploma superiore e ho pensato che forse avrei lavorato in questo campo più tardi.
Dopo due anni ho finito anche quello e l'unica cosa che sapevo era che non volevo lavorare come meccanico. Non avevo idea di cosa fare, conoscevo solo la scuola: sedermi, ascoltare gli insegnanti, fare i compiti. Mi sentivo inutile. Per fortuna mia madre ha avuto un annuncio dalla Landeskirche Baden che stava cercando persone per un programma di scambio all'estero. Così ho fatto domanda per questo, e alla fine sono finito a Casa Cares. Dovevo lavorare lì per un anno. Non parlavo italiano, né il mio inglese era molto buono, ma non avevo nulla da perdere.
Casa Cares si trova a quattro chilometri dal piccolo paese di Reggello, sulle colline toscane, ho amato i dintorni appena sono arrivato.
L'atmosfera di Casa Cares era come una grande famiglia. Abbiamo mangiato insieme lavorato e le persone si sono prese cura l'una dell'altra. I giorni in cui abbiamo strutturato e abbiamo avuto i nostri incontri insieme in cui a tutti è stato detto cosa doveva essere fatto e quali eventi dovevano venire. Insomma, siamo entrati molto bene nella famiglia. Dopo alcuni mesi, i volontari senior se ne sono andati e ho avuto sempre più responsabilità. Ho lavorato principalmente fuori con Beppe o Giordano. Erano molto ansiosi di insegnarmi tutto ciò che doveva essere fatto. Ho imparato come e quando piantare cosa, come tagliare gli alberi, usare il weedwhacker, affilare la catena della motosega. E così via. A volte lavoravo anche in casa, facendo letti, pulendo i bagni o aiutando Iris in cucina. Il cibo era sempre fornito e non dovevo organizzare nulla. E 'stata una vita molto facile. Con il passare del tempo, sono entrato nel lavoro, sapevo cosa fare ed ero in grado di istruire altri volontari. Ho anche capito che ci sono cose nella vita al di là della scuola. Le persone lì mi hanno dato la sensazione di essere utile e necessario. E che ho fatto un buon lavoro.
È stato durante il mio soggiorno lì che ho iniziato a vedere le molte opportunità che offre la vita e che, se lo sei
giovani e disposti a lavorare puoi andare ovunque e trovare un bel posto in cui vivere. Paul voleva sempre che prendessi lezioni di italiano per migliorare il mio italiano ma in qualche modo finivo per non andare lì. Ciò che ho migliorato è stato il mio inglese. Da quando eravamo un gruppo internazionale con volontari provenienti da America, Estonia, Ungheria, Germania ecc. Parlavamo inglese la maggior parte del tempo.
E poiché Casa Cares è una pensione, c'erano sempre persone in giro per chiacchierare con un bicchiere di vino, Non avevo bisogno di andare in città per socializzare, il che era molto comodo. Quando il mio programma con la Landeskirche di Baden è terminato, i miei compagni volontari sono tornati a casa per iniziare lavoro o studio, sono stato per un altro anno e mi sono davvero divertito. Alla fine sono partito per viaggiare un po 'di più e poi ha iniziato un apprendistato come giardiniere. Durante il mio tempo lì ho capito che io mi piace davvero lavorare fuori con le mie mani.
Ora alcuni anni dopo posso dire che Casa Care era la cosa migliore che potesse capitarmi in questo periodo della mia vita. Una grande parte di esso probabilmente a causa delle persone che lì durante quel periodo. Paul, Antoinette, Elisa, Iris, Beppe, Giordano così come i volontari hanno cambiato il modo in cui ho visto il mondo e mi hanno aiutato molto a vedere le opportunità che offre la vita, e che è un mondo meraviglioso in cui viviamo e che tutti possono rendersi una bella vita da vivere. Dobbiamo solo rompere le barriere che ci circondano dalla nostra nascita e guardare oltre l'orizzonte.
Ciò che è stato creato lì sulle colline della Toscana è un luogo fantastico in cui così tante persone possono trarne vantaggio in tanti modi, spero solo che questo posto continui ad essere lì e che funzioni, e che lo spirito che ho vissuto durante il mio tempo non scomparirà a causa di qualsiasi motivo.
Grazie Casa Cares!